Dal latino cornus=roccia, rupe e albus=bianco. Il toponimo fa riferimento alla falesia, che sovrasta l’abitato e più di ogni altro elemento segnala e distingue il territorio. Il poeta Virgilio, in uno dei suoi viaggi, ne ammirò la bellezza selvaggia e, nel darle il nome di Corna Bianca per il suo ergersi immacolato dalle brume della valle, la venerò come dimora degli dèi. Legata alla maestosa roccia la leggenda degli gnomi con le catene. La falesia che protegge il paese e gli abitanti dai venti freddi di montagna impressiona da quanto è vicina e possente. Rapisce le emozioni e incute timore che possa arrivare ad abbracciare l’abitato. Ma gli gnomi che da sempre popolano i boschi di montagna, si danno il turno per tenere ancorata a terra la roccia con delle grosse catene. Mai si sono distratti e la prima domenica di Agosto si ringraziava questo loro gravoso impegno con la benedizione delle catene e delle corde che i contadini utilizzavano quotidianamente nel loro lavoro.