La transumanza: una tradizione in evoluzione tra gli alpeggi e le valli alpine

I “contadini di malga”, uomini e donne che ancora oggi scelgono di trasferirsi in quota durante l’estate per accudire il bestiame, vivendo in simbiosi con la natura fino al ritorno autunnale

La transumanza: una tradizione in evoluzione tra gli alpeggi e le valli alpine


Ovunque nell’arco alpino, la transumanza rappresenta uno dei momenti più suggestivi dell’anno: il ritorno delle mandrie dalle alte quote segna la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. 
Dopo mesi trascorsi sugli ampi pascoli d’altura, dove le mucche si nutrono di erbe aromatiche e respirano l’aria pura della montagna, arriva il tempo di scendere a valle.





Questo antico rito, che si ripete immutato da secoli, varia nelle date a seconda delle condizioni climatiche e dell’altitudine: in genere si svolge tra l’inizio di settembre e la metà di ottobre. In molte località alpine la transumanza è diventata una vera e propria festa popolare, con campanacci, costumi tradizionali e prodotti tipici a celebrare il legame profondo tra uomo, animale e montagna.

Nell’Alta Val Brembana, in particolare, la discesa delle mandrie avviene più tardi rispetto ad altre zone. Questo perché molte malghe della valle sono dotate di stalle in grado di offrire riparo a mucche, vitelle e cavalli in caso di un improvviso ritorno del freddo. Non è raro, infatti, che già a settembre i pascoli d’alta quota si risveglino sotto un velo di neve effimera, preludio dell’inverno in arrivo.




Protagonisti silenziosi di questa tradizione sono i “contadini di malga”, uomini e donne che ancora oggi scelgono di trasferirsi in quota durante l’estate per accudire il bestiame, vivendo in simbiosi con la natura fino al ritorno autunnale. Si tratta di un modello di vita sempre più raro, anche in Val Brembana, dove la modernità e le difficoltà economiche hanno ridotto il numero di chi pratica questa antica forma di allevamento.

Eppure, la transumanza continua a resistere e rinnovarsi: simbolo di un equilibrio possibile tra tradizione e futuro, tra sostenibilità e identità locale. In ogni passo che riporta le mandrie verso valle si riflette la memoria di un mondo contadino che, pur cambiando, non smette di raccontare la profonda connessione tra l’uomo e la montagna.